Gold Coast 23 sept 2013 ore 23.35 il pezzo di oggi è il
suono degli uccelli nella gabbia del Currumbin Wildlife Sanctuary.
Ci siamo svegliati con un
unico grande pensiero: Le balene azzurre australiane, ci avevo anche dormito
con lo stesso pensiero, ma dovete sapere che in Australia prima di fare un’escursione
dovete prenotare obbligatoriamente. Non siamo a Milano, Londra o Barcellona
dove arrivi in un’attrazione e paghi. Ovviamente ci sono quelle in cui è
possibile farlo, ma le attrazione a finalità turistica occorrono dei
prenotazione, o come dicono in maniera fantastica gli italiani d’Australia “dobbiamo
Bookare”.
Me li porterò sempre
impresse le parole “bukkare e parkare” sono il perfetto esempio di meltin pot
che questa nuova terra sprigiona, il mix perfetto tra tante culture, anche
nella lingua. E’ cosi oltre alle classiche parole uniche stile pizza, pasta,
caffè, cappuccino, ho scoperto che oramai vanno di moda anche gelati e panini.
Questa terra riesce a recepire e fare suo tutto ciò che il vento dell’immigrazione
gli ha portato. A Melbourne si festeggia la festa di S. Sebastiano,
patrono di Ferla, e cosi la gente si vede in giro la statua dal martire
cristiano per le strade della metropoli australiana. Qui in una strada ho visto
tre sedi di social club originari dalla Sicilia, Ferla Club, Licodia Club e non
ricordo l’altro. Fantastico.
Stamani dopo aver scoperto
che non era possibile “bookare” per oggi abbiamo prenotato l’escursione in
barca per giovedì alle otto con partenza da Surfing Paradise o da Byron Bay,
non ricordo. In meno di un secondo abbiamo deciso di stilare un programma per i
tre giorni restanti poiché abbiamo troppe idee e poco tempo. Domani Tower a
Surfing e poi giornata in libertà tra le Spiagge e i centri città, mercoledì andiamo
a vedere l’alba nell’oceano e poi a fare surfing, giovedì Balene e pomeriggio
libero. Venerdì Sydney.
Per oggi a questo punto
abbiamo deciso che lo Zoo del Gold Coast con tutti gli animali australiani meritava
una visita, siamo partiti diretti per Currumbin e in meno di quindici minuti
eravamo all’ingresso del parco. La prima attrazione per la felicità incontenibile
di Stefania era il Koala, e la gioia era tanta che poi alla fine ho dovuto
tenerlo tutto il tempo io perché si spaventava. Allora vi spiego un Koala da
vicino. Dorme assai, sempre, continuamente, venti ore al giorno, per farlo
svegliare l’ho dovuto pizzicare sulla zampa in segreto dalla guardia, ti guarda
annoiato e con la faccia come a dire –“ ma quando andiamo a dormire?” Animale
assurdo, io pensavo che fosse drogato per non essere aggressivo invece è
proprio cosi, l’eucalipto sicuramente non gli fa bene o vivono in eucalipto a
sapore di sonnifero. La guardia ci spiegava che l’unica volta che sono agitati
e solo quando fanno l’amore, almeno una valida ragione cazzo.
Abbiamo fatto la foto e
Stefania ha richiesto anche le quattro calamite per il frigo, dopo aver pagato
abbiamo proseguito la visita all’interno del parco. Due coccodrilli in letargo
ci hanno dato il benvenuto e una serie di pitoni completavano l’area pacifica.
Dopo siamo entrati nell’area dei serpenti velenosi, ovviamente rigorosamente in
teche di vetro spessissime e sigillate ermeticamente. L’Australia ha una serie
di serpenti velenosi impressionante, basta pensare che i dieci più mortali al
mondo sono qui, il resto è solo futile discussione.
La piacevole giornata è
trascorsa tra i Diavoli della Tasmania e le mille specie colorate di uccelli e
pappagalli nostrani, il canto e il richiamo dei piccoli uccellini che vivono
nel Victoria e quelli degli uccelli tropicali del North Territory. Il buffo
modo di camminare dello Gnu e il riccio con lo spine lunghe 10 cm, il trenino
che ci guidava all’interno e il panino del ristorante interno, il caffè che gli
ho fatto rifare e la fantastica area dei dingo, i canguri e le mille foto e i
neonati di coccodrillo, il coccodrillo gigante e le centinaia di iguane con cui
oramai ci siamo abituati a convivere, il piccolo canguro degli alberi e i
pappagalli che mi hanno lasciato mezz’ora con la ciotola all’insù, il pitone
tra le mani che stavo morendo dalla paura e il cibo alle papere e ai cigni. L’originale
danza aborigena e i bambini aborigeni, il fuoco acceso con le mani e lo
strumento pronunciato nei 200 diversi dialetti.
Insomma è stata una bella
giornata e abbiamo riso e ci siamo divertiti tanto. Di sera siamo andati a
cenare fuori e ci siamo ritirati. La stanchezza comincia ad affiorare e appena
torniamo abbiamo bisogno di un po’ di ferie.
Le ferie salvino il genere
umano.
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