I cambiamenti non ti avvertono, si presentano senza chiamarti,
poi scompaiono, ti lasciano per sempre, cosi per gioco. Il periodo in cui
avvengono ti mutano profondamente e ti fanno sentire inquieto e senza pace, poi
però tutto passa e torna la serenità che hai cercato di riacquistare durante il
moto. Le trasformazioni ti cambiano per sempre e sarai un altro. Questo
periodo, questi anni, questi mesi mi hanno cambiato dentro, mi hanno cambiato
prospettiva di vita e mi hanno indirizzato verso altre mete.
Oggi no, oggi sono sereno e ho ritrovato un equilibrio
stabile e necessario. Se dovessi dire cosa mi ha cambiato potrei fare una lista
enorme di supposizioni e allo stesso tempo non potrei elencare una certezza. Ma
è l’età che ti cambia o siamo semplicemente noi che lo pensiamo? Ho lo stesso
spirito di due anni fa ma qualcosa mi dice che due anni fa ero diverso. Lo ero,
davvero, lo sento, lo vedo, lo percepisco.
“Changes” è un pezzo di Jack Savoretti , un londinese di
padre italiano che canta pensando al Faber e a Battisti, a Londra lo chiamano
il “nuovo Bob Dylan”, tanto per non farci mancare qualche cazzata. Io penso che Jack Savoretti non possa nemmeno
aprire i concerti di quel mostro sacro che di nome fa Bob e di cognome Dylan ma
credo comunque che Changes è un gran pezzo. Mi piace ascoltarlo soprattutto quando dice “Changes, All of these changes not making it easy to say what
I mean”. Ed è vero che tutti questi cambiamenti non
mi rendono facile dire quello che voglio, ma in fondo al cuore è ben chiaro
cosa ogni uomo vuole e sono sicuro che questa serenità che mi ha fatto visita
da pochi giorni mi sta permettendo di capire meglio.
Non penso che voglia partire, penso anzi che un altro
viaggio a breve giro mi destabilizzerebbe nuovamente, non penso voglia
trasferirmi, e non penso nemmeno che debba cambiare lavoro. Fino a pochi giorni
fa pensavo esattamente il contrario. Ecco forse mi sto autodestabilizzando
nuovamente.
Sono partito ma per un viaggio nuovo, diverso, stavolta all’interno
e non all’esterno, voglio vivermi questo sublime viaggio con me stesso,
interiore, forse anche spirituale. Ho capito di doverlo vivere da solo, per non
trascinare nelle mie inquietudini le persone a cui tengo maggiormente, non è il
loro viaggio, è solo il mio.
Sto bene quando ne parlo con Stefania e quando mi capisce e
in questi giorni mi capisce tanto, cerca di capire tutto ciò che le dico e che
forse abbiamo bisogno di dirci. Questi due anni sono passati lentamente, con
grandi stravolgimenti ma c’è l’abbiamo fatto ugualmente. Penso che ora siamo indistruttibili, l’ho
sempre pensato, ma ora un po’ di più.
Changes
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