martedì 12 novembre 2013

Kerouac


In questo periodo sono molto inquieto e mi capita spesso di riprendere tra le mani Kerouac. “On the road” non più, mi ha incredibilmente stancato, l'ho letto troppe volte, mi ha ispirato per i primi viaggi, mi ha distrutto delle certezze e soprattutto mi ha formato. Sal e Neal mi hanno preparato per tutti i viaggi in macchina, per tutte le riflessioni sulla vita e sulla giustizia nella società. Ma prima di tutto, Kerouac, mi ha trasmesso la voglia infinita di ricerca sul senso della vita e la visione che tutto muta solo se lo vogliamo. In questo periodo sono alla ricerca del coraggio, mi manca il coraggio di cambiare o forse semplicemente non lo voglio veramente,vorrei svoltare ma non riesco, spero il tempo mi aiuti a capire,voglio ripartire verso qualche meta ma non posso, mi stressa essere sempre assimilato nei meccanismi di questo sistema. Voglio resettare tutto e ricominciare, senza cancellare nessuna esperienza ma solo ripartire da me, da noi,Stefania è l'unico punto fisso da cui ripartire. So che non è facile sopportarmi, ho bisogno sempre di nuovi stimoli e non è facile adeguarsi. Non so perché ma sono così, diviso tra le solitarie riflessioni notturne e il bisogno costante di amici e affetto. La mia vita è costantemente incostante come i miei pensieri. Ho bisogno di pace interiore che stavolta nessun libro o film mi stanno donando. Ho bisogno di ripartire verso una destinazione che non so ancora ma che sto ricercando scrupolosamente. Forse la verità è quella che mi ha detto un mio caro amico "sei semplicemente cresciuto, passerà". Non posso e non voglio dedicare l'esistenza a lamentarmi tra un viaggio e l'altro. Passerà.

Ho riletto alcune pagine dei “Sotterranei” e di “Big Sur” e dopo tanti anni non ricordavo quasi niente, specialmente del secondo. Mi ci sono ritrovato in Big Sur, ho rivisto alcuni smarrimenti involontari del mio percorso, ho disatteso la stessa aspettativa che Jack aveva di se stesso. Mi ha impressionato quando Kerouac ha detto Jack Duluoz ha ventisei anni e non fa che viaggiare con l'autostop", mentre eccomi qui quasi quarantenne, tediato e logoro sulla cuccetta di uno scompartimento riservato che corre rombando attraverso Salt Flat". Non è la paura di crescere, quella non esiste, ho voglia di responsabilizzarmi, è la paura di essere cambiato senza saperlo. Devo ripartire, devo rifarlo per ritrovare me stesso, voglio farlo perché ho bisogno di un evento che mi cambi ancora di più. Il prossimo sarà un viaggio diverso, sarà profondamente atteso,il viaggio è solo il mezzo e non la soluzione. Devo ripartire perché voglio ritrovarmi e non è facile da spiegare. Dobbiamo ripartire perché la vita ti cambia e io voglio sfuggire da questa incredibile macchina da guerra in cui la società mi intrappola. Non voglio vivere per lavorare, devo semplicemente ritrovare il lungo respiro della vita. Stanotte lo voglio fare con consapevolezza, forse il coraggio sta avendo la meglio e qualcosa cambierà inesorabilmente o forse vorrei essere semplicemente diverso.
 Ho sempre avuto un rapporto controverso con Kerouac ma non l’ho mai odiato quanto stanotte.
C'e n'è ancora,di strada

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