giovedì 17 settembre 2015

"Lo straniero" di Camus



Ho appena finito di rileggere “Lo Straniero” di Albert Camus, un capolavoro della letteratura europea. Lo straniero è stato scritto nel 1942 ma è di una attualità sconvolgente. Potrebbe essere stato scritto un mese fa come anche 300 anni fa.
Il protagonista Meursault è un uomo comune, un uomo che vive la vita come una serie coincidenze ed eventi non legati a se da nessun ordine materiale o divino. La vità è una casualità e l’uomo non è legato in nessun modo al circostante se non nella misura che egli stesso decide. E’ un libro impressionante “Lo straniero”, Camus riesce nell’impresa di annullare ogni emozione al protagonista, anche la più piccola e anche nei momenti difficili. Meursault uccide per il sole, è impassibile davanti alla morte della madre, non si rallegra davanti alla donna con cui condivide una storia d’amore ma non pensa di essere innamorato. Meursault è la massima esposizione del nulla, perché si trova nel mezzo di una società che lo rende straniero, produttivo per essa ma annullandolo. Dio non esiste e l’uomo che si trova da solo di fronte all’universo vive senza alcuna legge morale, secondo i limiti che egli stesso si impone. Ma non esiste nemmeno l’emozione, poiché la vita è un susseguirsi di eventi casuali e senza nesso logico, in cui tutto è fatalità e niente ha logica, se non la logica del nulla. Anche davanti alla condanna a morte il protagonista non cerca giustificazioni, non si difende e aborra le menzogne. Nella fantastica introduzione, Saviano descrive cosi il l’autore” La vita di Albert Camus è un romanzo che è possibile leggere in tutte le sue opere, vere e proprie tessere di un prezioso mosaico. Francese nato in Algeria. Francese che vive tra francesi d'oltremare. Francese che vive tra arabi. Francese che vive tra arabi che percepiscono le sue origini europee come un privilegio; eppure francese che proviene da una famiglia umile, di lavoratori. Camus nella sua vita si sentirà straniero sempre e per tutti. Straniero in Algeria perché privilegiato, straniero tra francesi. Ma straniero anche e soprattutto per la sua condizione di uomo; quindi, in definitiva, straniero tra stranieri.
Camus è straniero a tutto. La sua estraneità lo rende cittadino della riflessione continua. E quando nel '42 pubblica Lo straniero decide di fissare in volto il più complesso dei temi: l'estraneità dell'uomo alla società, all'universo intero. L'incolmabile e insanabile solitudine dell'uomo. Insomma, quando leggi Lo straniero , quando leggi del suo protagonista che per puro caso ammazza un arabo, quando leggi come tutto avvenga per fatalità, ti accorgi che Camus è riuscito in un'impresa impossibile: quella di descrivere l'esistenza come qualcosa che accade. E l'ha fatto non da uomo rinchiuso nei suoi demoni, non da uomo separato dal suo mondo, ma da uomo che vive pienamente la sua vita, e nonostante ciò ha compreso che la vita in fondo capita, senza ragione, senza colpa, semplicemente capita.”
Lo stesso Camus, forte dell’esperienza individuale di ognuno, che poi non è altro che il vissuto, diventa cosi alla base dell’esistenzialismo, ovvero il dovere di ogni uomo di affrontare come può il destino, che a volte riteniamo irrazionale, ma non perché non lo comprendiamo ma perché non ha logica per Camus. Tutto è senza senso, fino all’esistenza stessa, quindi anche l’emozione che associamo a determinati comportamenti. E’ semplicemente il teorema dell’Assurdo.
Tutto si manifesta alla fine del romanzo, dove lo stesso protagonista, oramai condannato a morte descrive il tutto con una lucidità tragica “Così vicina alla morte, la mamma doveva sentirsi liberata e pronta a rivivere tutto. Nessuno, nessuno aveva il diritto di piangere su di lei. E anch'io mi sentivo pronto a rivivere tutto. Come se quella grande ira mi avesse purgato dal male, liberato dalla speranza, davanti a quella notte carica di segni e di stelle, mi aprivo per la prima volta alla dolce indifferenza del mondo. Nel trovarlo così simile a me, finalmente così fraterno, ho sentito che ero stato felice, e che lo ero ancora. Perché tutto sia consumato, perché io sia meno solo, mi resta da augurarmi che ci siano molti spettatori il giorno della mia esecuzione e che mi accolgano con grida di odio”.

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