lunedì 2 novembre 2015

La ragazza dai sette nomi.




Ci sono storie che tutti noi dovremmo conoscere, indipendentemente dall’ideologia che ognuno professa. C’è un libro bellissimo di Emmanuel Carrère che si intitola “Vite che non sono la mia” ed è un libro minore del grandissimo autore francese, o meno conosciuto dei due capolavori che sono “L’avversario” e “Limonov”. Questo libro parla di due storie, di due eventi che hanno sconvolto la vita di chi l’ha vissuto,  la morte di un bambino per i suoi genitori, e quella di una giovane donna per i suoi figli e suo marito. Questo libro è, come definito dallo stesso autore “ È un libro sulla vita e sulla morte, sulla povertà e sulla giustizia, sulla malattia e soprattutto sull'amore." È un libro in cui tutto è vero».
La storia è, come spesso lo sono le storie vere, semplice e terribile. E’ possibile ritrovare nelle vite degli altri, in ciò che ci lega, la propria.
Quando ho iniziato a leggere la storia di Hyeonseo Lee, ho subito pensato a Carrère.  Non so che collegamento ci sia, ma sembra una storia raccontata da lui.
La storia di questa ragazza nord coreana che decide di scappare per qualche giorno, per vedere il mondo, o forse senza un reale motivo, si trasforma nella storia di tutti noi.  Hyeonseo Lee ha riabbracciato la sua famiglia dopo lunghi 12 anni, eppure aveva solo attraversato un fiume. Il libro si chiama “La ragazza dai sette nomi” ed è un libro profondissimo e carico di emozioni. E’ la storia di una ragazza coreana ma all’interno del libro possiamo trovare tante altre storie, storie comuni che attraversano la sua vita in totale silenzio, storie di ordinaria quotidianità, come quelle nostre, che spesso non riescono a vedere p a capire il senso di chi soffre accanto a noi.
Era cresciuta nel miglior posto al mondo, la sua Corea del Nord, almeno cosi pensava. Doveva tutto al Caro Leader, colui che l’ha sempre difeso dai bastardi yankee si divertono a prendere a calci bambini e disabili nella Corea del Sud. Ogni tanto scompare qualcuno o viene impiccato in pubblica piazza, qualcun altro viene denunciato perché ascolta musica pop sud coreana, altre volte qualcuno viene confinato nei campi di lavoro, che altro non sono che lager perché contrabbanda qualche piccola cosa. E' normale, vogliono solo il male della Corea del Nord. La dinastia dei Kim li ha sempre difesi e fatto crescere nel miglior posto al mondo.
Poi un giorno Hyeonseo Lee arriva in Cina, attraversando il fiume, che già è un reato gravissimo e si accorge che il paradiso che gli avevano descritto e dove viveva era in realtà un inferno.
Qui inizia la sua incredibile storia, quella di chi lascia la sua famiglia e i suoi affetti, il suo paese e tutte le sue convinzioni. Soprattutto Hyeonseo Lee lascia la sua identità. Diventa un’altra persona, comincia a fuggire da se stessa fino ad una crisi d'identità totale che la identifica con il nemico di un tempo. Vive questi cambi di identità nella clandestinità gli impone, sfugge da un controllo all’altro, fino a diventare cinese sotto falso passaporto. Va a Seul e poi progetta la fuga dalla criminosa dittatura della sua famiglia. Mille peripezie e tanto sconforto ma una convinzione di ferro che un’altra vita è possibile. Cambia sette nomi, e con essi sette identità, è cinese ma anche nord coreana, è sino cinese ma anche esule, è cameriera come impiegata per un importante azienda multinazionale. Ha un segreto troppo grande e pericoloso da confidare a qualcuno che pesa come un macigno.
Dalla vita in cui è possibile solo “sopravvivere” a una che ti permettere di essere quello che vuoi, ma tutto questo tra le mille naturali crisi che un’esperienza di vita cosi forte può darti. Da un paese in cui il songbun è la tua carta d’identità a uno in cui puoi scegliere che lavoro fare.
La Cina non è cosi libera come pensava lei e c’era sempre il rischio costante di essere scoperti ed espatriati direttamente, il viaggio rocambolesco finisce a Seul.  In Corea del Nord mancava sempre la luce, il buio era una costante ma bastava guardare il fiume e le luci cinesi per capire che un'altra vita non solo era possibile ma anche doverosa.
E’ cosi che Hyeonseo Lee si è trasformata da suddita a cittadina, da prigioniera a viaggiatrice, da destinata a un matrimonio tra caste alla libera scelta di un amore.  Questo libro fa molto riflettere e mi ha messo a stretto contatto con una realtà sconosciuta ai più e che invece andrebbe svelata.

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