venerdì 6 novembre 2015

Fuga dal campo 14

Mi sto un po’ documentando sulla Corea del Nord e cercando più informazioni plausibili e bibliografiche su uno dei paesi più top secret e chiusi al mondo. In merito ho trovato l'incredibile storia di Shin Dong-hyuk, uno dei pochissimi uomini che è riuscito a fuggire ai campi di lavoro nord coreani. C’è un libro bellissimo sulla sua storia scritto dal giornalista statunitense Blaine Harden che si intitola " Fuga dal campo 14". Il campo 14 non è altro che il nome del campo di lavoro dove Shin Dong-hyuk è nato, cresciuto e probabilmente senza una buona dose di fortuna sarebbe morto.
Lui è nato lì e nessuno gli ha spiegato niente, purtroppo nessuno gli ha insegnato che l'amore per una famiglia, l'affetto, i sentimenti. Esistono due tipi di persone per Shin Dong-hyuk, quelli con la pistola che gridano, picchiano e possono uccidere mangiare liberamente, e quelli che devono lavorare e non chiedere mai niente, devo subire ed essere picchiati quotidianamente, possono morire per qualunque motivo e possono mangiare solo chicchi di riso e zuppa di cavolo, ma non tutti i giorni. Lui era abbastanza sfortunato perché era capitato nel secondo gruppo, ma non si era chiesto mai nemmeno il motivo. 
Shin Dong-hyuk non sapeva dove si trovava, non sapeva che esisteva la Cina, il pollo, le banconote, internet, il telefono, la libera circolazione, auto private diverse da quei pochi camioncini militari visti dentro il campo. 

Shin Dong-hyuk non può nemmeno pregare per conforto, non solo perche in Corea del nord è vietato essere religiosi, ma per il semplice morivo che Shin Dong-hyuk non ha nemmeno sentito mai parlare di Dio. Lui è nato lì e la sua vita è quella. 
Shin Dong-hyuk ha una mamma che vive nella sua stessa capanna prigione e un padre che vede molto di rado, forse uno o due volte l'anno. Nessuno ha mai detto che i genitori sono coloro che ti mettono al mondo e quindi lui non nutre nessun affetto per quelle due persone. Anzi la madre è una potenziale nemica per il cibo e per le spie. 
Shin Dong-hyuk è solo uno delle migliaia di ragazzi nati dentro un campo per uno dei rapporti occasionali concessi dalle guardie. Decidevano loro con chi e quando e se eri un attento osservatore alle regole e un assoluto aderente alla dottrina del campo, potevi avere rapporti sessuali con una donna 5 volte l’anno. In uno di questi rapporti è nato lui. 
In futuro ha odiato i suoi genitori perche l’hanno fatto nascere dentro un campo dove l’unica prospettiva era la sofferenza. 
Shin Dong-hyuk ha sangue bastardo secondo il governo e quindi deve sacrificare la vita a purificarsi. Vi è un’assurda legge che prevede pene corporali e prigione per persone che sono imparentati con fuggiaschi o ostili al governo. Fino alla terza generazione. 
Shin Dong-hyuk ha due zii, fratelli di suo padre che erano scappati in Corea del Sud, tutto il resto della famiglia fu incarcerato ed internato, senza alcunissima ragione. 
Una delle regole principali del campo era non tentare la fuga, anche se Shin Dong-hyuk non sapeva nemmeno del mondo esterno, e riferire alle guardie qualunque cosa di sospetto, questo serviva ad allentare sevizie e fame. Cosi un giorno lui tornando a casa per un permesso speciale sentì la mamma e il fratello che organizzano la fuga. Non esita ad andare ad avvisare le autorità e dopo qualche mese di prigionia si ritrova in prima fila per l’esecuzione di sua madre e di suo fratello maggiore. «Ora muoio, ho pensato quando le guardie mi hanno trascinato di fronte al campo delle esecuzioni. Dopo mesi di torture e isolamento, quella mattina ho pensato che stessero per uccidermi. Solo quando ho visto mia madre con una corda al collo, pronta per essere impiccata, e mio fratello legato ad un palo, pronto per essere fucilato, ho capito che non ero io quello che stavano per ammazzare. Sono morti poco dopo. Ma in quel momento non ho provato nessuna emozioneAnzi. Ho pensato che fosse giusto così. Del resto li avevo denunciati io agli agenti».
Dopo la denuncia fu torturato ugualmente per mesi, era sempre di sangue bastardo e complottista. 
Shin Dong-hyuk era nato per soffrire e lo accettava, non aveva altra scelta. Poi un giorno fu incaricato dalle guardie di fare la spia su un nuovo detenuto che era stato messo ai lavori forzati perche era andato in Cina senza autorizzazione. La convivenza con Park gli cambio la vita. Park aveva girato il mondo e sopratutto gli aveva parlato del cibo che poteva trovare fuori. Per uno abituato a mangiare solo chicchi di mais, scoprire che esistevano gli hamburger e il pollo fu più forte di qualunque altra scoperta." Sono scappato per fame". Non aveva nessuna curiosità dell’America e nemmeno della Cina, non sapeva che la terra era rotonda e nemmeno gli interessava. Voleva un pollo, qualcuno aveva aperto gli occhi ad una persona che non aveva una minima idea del mondo fuori.
Shin comincia a progettare per la prima volta una fuga con Park. Difficilissimo uscire dal campo, controllato ogni metro e circondato da muri pieni di fili elettrici mortali. Ma Shin ci crede e comincia a pensare a come fare. Un giorno mentre erano a lavoro vicino ai bordi del campo corrono verso la recinzione. Park resta impigliato e muore sul colpo, Shin usa involontariamente il corpo dell’amico come massa e riesce a resistere alla scossa. Esce e inizia a vagare in Corea fino ad arrivare in Cina, da lì in Corea del sud. 
Sembra un film ma è la storia vera dell’unico prigioniero nato in un campo che è riuscito a scappare. I segni del campo resteranno per sempre sul corpo di Shin, dalle ustioni alle braccia distrutte dal duro lavoro, dalle cicatrici alle paure.  
Il primo ricordo di Shin è un'esecuzione, l’ultimo la morte del suo amico. 
Migliaia di persone vivono nei campi di lavoro nord coreani, circa duecentomila secondo gli Stati Uniti e il campo 14, è uno dei più temibili e si trova a 80 km a nord da Pyongyang, capitale e sede della famiglia Kim.
Da google Earth è stato possibile identificare ben 6 campi simili in Corea.  Ogni giorno si compie una nuova Auschwitz tra il silenzio vergognoso dei media e la non curanza del popolo occidentale. Shin non è che uno dei tanti che stanno morendo di fame e indifferenza.

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