Mi sto un po’
documentando sulla Corea del Nord e cercando più informazioni plausibili e
bibliografiche su uno dei paesi più top secret e chiusi al mondo. In merito ho
trovato l'incredibile storia di Shin
Dong-hyuk, uno dei pochissimi uomini che è riuscito a fuggire ai campi di
lavoro nord coreani. C’è un libro bellissimo sulla sua storia scritto dal
giornalista statunitense Blaine Harden che si intitola " Fuga dal campo
14". Il campo 14 non è altro che il nome del campo di lavoro dove Shin
Dong-hyuk è nato, cresciuto e probabilmente senza una buona dose di fortuna
sarebbe morto.
Lui è nato lì e nessuno gli ha spiegato niente, purtroppo nessuno gli ha
insegnato che l'amore per una famiglia, l'affetto, i sentimenti. Esistono due
tipi di persone per Shin Dong-hyuk, quelli con la pistola che gridano,
picchiano e possono uccidere mangiare liberamente, e quelli che devono lavorare
e non chiedere mai niente, devo subire ed essere picchiati quotidianamente,
possono morire per qualunque motivo e possono mangiare solo chicchi di riso e
zuppa di cavolo, ma non tutti i giorni. Lui era abbastanza sfortunato perché
era capitato nel secondo gruppo, ma non si era chiesto mai nemmeno il motivo.
Shin Dong-hyuk non sapeva dove si trovava, non sapeva che esisteva la
Cina, il pollo, le banconote, internet, il telefono, la libera circolazione,
auto private diverse da quei pochi camioncini militari visti dentro il
campo.
Shin Dong-hyuk non può nemmeno pregare per conforto, non solo perche in
Corea del nord è vietato essere religiosi, ma per il semplice morivo
che Shin Dong-hyuk non ha nemmeno sentito mai parlare di Dio. Lui è nato lì
e la sua vita è quella.
Shin Dong-hyuk ha una mamma che vive nella sua stessa capanna prigione e
un padre che vede molto di rado, forse uno o due volte l'anno. Nessuno ha mai
detto che i genitori sono coloro che ti mettono al mondo e quindi lui non nutre
nessun affetto per quelle due persone. Anzi la madre è una potenziale nemica
per il cibo e per le spie.
Shin Dong-hyuk è solo uno delle migliaia di ragazzi nati dentro un campo
per uno dei rapporti occasionali concessi dalle guardie. Decidevano loro con
chi e quando e se eri un attento osservatore alle regole e un assoluto aderente
alla dottrina del campo, potevi avere rapporti sessuali con una donna 5 volte l’anno.
In uno di questi rapporti è nato lui.
In futuro ha odiato i suoi genitori perche l’hanno fatto nascere dentro
un campo dove l’unica prospettiva era la sofferenza.
Shin Dong-hyuk ha sangue bastardo secondo il governo e quindi deve
sacrificare la vita a purificarsi. Vi è un’assurda legge che prevede pene
corporali e prigione per persone che sono imparentati con fuggiaschi o ostili
al governo. Fino alla terza generazione.
Shin Dong-hyuk ha due zii, fratelli di suo padre che erano scappati in
Corea del Sud, tutto il resto della famiglia fu incarcerato ed internato, senza
alcunissima ragione.
Una delle regole principali del campo era non tentare la fuga, anche
se Shin Dong-hyuk non sapeva nemmeno del mondo esterno, e riferire alle
guardie qualunque cosa di sospetto, questo serviva ad allentare sevizie e fame.
Cosi un giorno lui tornando a casa per un permesso speciale sentì la mamma e il
fratello che organizzano la fuga. Non esita ad andare ad avvisare le autorità e
dopo qualche mese di prigionia si ritrova in prima fila per l’esecuzione di sua
madre e di suo fratello maggiore. «Ora muoio, ho pensato quando le guardie mi
hanno trascinato di fronte al campo delle esecuzioni. Dopo mesi di torture e
isolamento, quella mattina ho pensato che stessero per uccidermi. Solo quando
ho visto mia madre con una corda al collo, pronta per essere impiccata, e mio
fratello legato ad un palo, pronto per essere fucilato, ho capito che non ero
io quello che stavano per ammazzare. Sono morti poco dopo. Ma in quel momento non ho provato nessuna emozione. Anzi. Ho pensato che fosse giusto così. Del resto li
avevo denunciati io agli agenti».
Dopo la denuncia fu torturato ugualmente per mesi, era sempre di sangue
bastardo e complottista.
Shin Dong-hyuk era nato per soffrire e lo accettava, non aveva altra
scelta. Poi un giorno fu incaricato dalle guardie di fare la spia su un nuovo
detenuto che era stato messo ai lavori forzati perche era andato in Cina senza
autorizzazione. La convivenza con Park gli cambio la vita. Park aveva girato il
mondo e sopratutto gli aveva parlato del cibo che poteva trovare fuori. Per uno
abituato a mangiare solo chicchi di mais, scoprire che esistevano gli hamburger
e il pollo fu più forte di qualunque altra scoperta." Sono scappato per
fame". Non aveva nessuna curiosità dell’America e nemmeno della Cina,
non sapeva che la terra era rotonda e nemmeno gli interessava. Voleva un pollo,
qualcuno aveva aperto gli occhi ad una persona che non aveva una minima idea
del mondo fuori.
Shin comincia a progettare per la prima volta una fuga con Park.
Difficilissimo uscire dal campo, controllato ogni metro e circondato da muri
pieni di fili elettrici mortali. Ma Shin ci crede e comincia a pensare a come
fare. Un giorno mentre erano a lavoro vicino ai bordi del campo corrono verso
la recinzione. Park resta impigliato e muore sul colpo, Shin usa involontariamente
il corpo dell’amico come massa e riesce a resistere alla scossa. Esce e inizia
a vagare in Corea fino ad arrivare in Cina, da lì in Corea del sud.
Sembra un film ma è la storia vera dell’unico prigioniero nato in un
campo che è riuscito a scappare. I segni del campo resteranno per sempre sul
corpo di Shin, dalle ustioni alle braccia distrutte dal duro lavoro, dalle
cicatrici alle paure.
Il primo ricordo di Shin è un'esecuzione, l’ultimo la morte del suo
amico.
Migliaia di persone vivono nei campi di lavoro nord coreani, circa
duecentomila secondo gli Stati Uniti e il campo 14, è uno dei più temibili e si
trova a 80 km a nord da Pyongyang, capitale e sede della famiglia Kim.
Da google Earth è stato possibile identificare ben 6 campi simili in
Corea. Ogni giorno si compie una nuova Auschwitz tra il silenzio vergognoso
dei media e la non curanza del popolo occidentale. Shin non è che uno dei tanti
che stanno morendo di fame e indifferenza.
Nessun commento:
Posta un commento