domenica 29 settembre 2013

The end



Volo Sydney- Hong Kong ore 14.25 a HK, ore 16.25 Sydney, penso che in un altro paio di orette sarò fuori dall’Australia e mi avvierò verso l’Asia, in ogni caso arrivo in Cina tra circa otto ore. I pezzi di oggi sono troppi e ve ne elencherò una piccola parte durante questo post di fine viaggio.


Prima di scrivere questo post ci ho pensato tanto, da quanto sono partito ho pensato di aprire il pc ma per un motivo o per l’altro non l’ho fatto. Non è facile ho addosso un mix di emozioni e che spesso non riescono a farmi esprimere a dovere. A tratti guardo le foto e alterno momenti di risata e altri di sconforto. E’ stata un’esperienza superlativa e dopo due anni e mezzo terribili ne avevamo tanto tanto bisogno, non rimpiango niente credetemi, ho fatto tutto quello che volevo fare e che mi ero prefissato di fare. E’ stato un viaggio esaltante e ha tracciato un profondo solco nell’anima anche a noi che ci sentiamo viaggiatori. Ci sono esperienze che ti segnano dentro e questa si è incisa dentro me, da oggi niente sarà più come prima, tutto sarà diviso da a.v. (b.t.) e d.v. (a.t.), ovvero avanti  viaggio e dopo il viaggio, un po’ come i cristiani dividono il calendario prima e dopo cristo.
Penso seriamente ad un periodo di sei  mesi australiano ma Stefania momentaneamente non vuole, inutile dirvi che ha ragione, in Europa dobbiamo recuperare il periodo che il destino ci ha rubato e progettare ovviamente la nostra vita, la mia è solo la solita pensata passeggera che durerà un buon mese. Se tra un mese e un giorno dovessi ancora pensare all’Australia la cosa diventa grave. Stefania mi ha elencato tutte le città dove gli ho proposto di trasferirmi solo negli ultimi 4 anni e mi ha fatto ridere facendomi passare la depressione post partenza, abbiamo toccato quota 25, effettivamente sono molto incostante. Ma qui qualcosa è successo, sento che non è la stessa nostalgia delle altre volte. Ve lo giuro mi sento innamorato di questa terra……Vedremo.
Questo pezzo lo chiamerò The End, perché è la fine di questa avventura unica e ben riuscita, ma potevo chiamarlo semplicemente Arrivederci, perché prima o poi io torno in Australia e conoscendo il soggetto più prima che poi, perché l’ho promesso e le promesse sono le uniche cose che mantengo.  Mentre scrivo sto ascoltando “Moon River” di Sinatra e non posso nascondervi che mi scappano le lacrime e mi fanno pensare al sms che oggi mi ha scritto mio zio Paolo, mi ha fatto emozionare tantissimo e non sono nemmeno riuscito a parlargli al telefono, perché la cose che ti toccano sono sempre quelle più lontane e meno raggiungibili. Mi spiace lasciarli, tutti, non potete immaginare quanto. Qualcuno mi ha scritto “Io ti capisco” e lo so che mi capisci, ero io a non capirti, ora lo so.
Da questa vacanza ho imparato che niente è scontato, tutto è mutabile e che è importante dialogare sempre, confrontarsi con chi la pensa diversamente e visitare posti che pensi poco interessanti. Qui ci sta “All around the world” degli Oasis perché Con “Moon River” mi tocca piangere tutto il viaggio ed ora devo raccontarvi troppe cose belle. La mia teoria del “me ne fotto di tutte cose” in Australia non ha funzionato, non me ne sono fottuto di niente, anzi.
Iniziamo…………………….. allora buona parte dei miei amici conosce Daniel, mio cugino l’australiano che in questi sei mesi è uscito con noi. Perfetto, con la sua squisita famiglia, che poi sarebbe anche un pezzo della mia, sta in un posto che solo Dio sa quanto è bello, un mix tra paradiso nella pubblicità della Lavazza e i canali veneziani. La gente esce con la tavola di surf e i colleghi di mio cugino prima di andare a lavoro vanno a surfare nell’Oceano. Ci sono posti con visuali da suicidio e punti per meditare da uscire pazzi. L’alba sull’oceano e il tramonto sulle montagne non ve lo racconto perché occorrerebbe un altro blog. Salendo dal Gold Coast si arriva a SunShine Coast e un centinaio di km ancora e sei a Fraser Island, l’esperienza più pazzesca della mia vita. Immaginatevi un posto grande quanto la Liguria completamente allo stato brado, dune di sabbia, foreste naturali e l’oceano intorno a tutto ciò, non una strada, non un casa, non un lido. Troverete solo sabbia e 4x4 ben attrezzati per fare la traversata, gente che pesca a riva seduta nell’alta marea e ragazzi accampati. Questa isola merita un posto particolare nel mio cuore, non la dimenticherò mai. Il Queensland è un posto che si sveglia con “Song 2” dei Blur e va a letto con “Dancing Queen” degli Abba, occorre necessariamente tornarci. Ci sono le balene e gli squali, le meduse e quei cazzo di koala che dormono sempre, c’è Brisbane che è un’ottima città e c’è Surfers Paradise, ci sono le spiagge più belle d’Australia e le ville più pazzesche al mondo, ci sono le notti con Layla di Eric Clapton a guardare il cielo folle di questo maledetto Sud del mondo e c’è ”Hey Joe” di Jimi Hendrix.
Sydney è una città fantastica, piena di vita e locali notturni, piena di gente di tutti i tipi e ricalca perfettamente la nostra Londra. Ci sono zone completamente vittoriane e zone che richiamano la prima colonizzazione come “The Rocks”, la baia è da mille e una notte e la quantità di italiani è enorme. La città preferita di Stefania. La vista sul battello al ritorno da Manly non lo dimenticherò facilmente. Il posto in cui si deve obbligatoriamente andare anche a piedi è Bondi Beach. La canzone di Sydney è “Smooth Criminal” di Michael Jackson.
Melbourne ha un imponente centro con stradine nascoste piene di locali e con monumenti importanti, come il Parlamento, il Monumento ai Caduti, la stazione in centro, i grattacieli, il lungo Yarra, Ballarat e la zona di Peninsula. Cape Schanck merita una menzione particolare, un insieme di emozioni uniche. A Melbourne mi viene in mente la Limousine e Il Casinò, la notte al 35 piano dell’hotel e la cena al Sufitel ,il panorama di tutta la città e st Kilda Bay, la bella vita e la famiglia. Le canzoni di Melbourne sono “Don’t Think twice It’s all right” di Bob Dylan e “Always” di Bon Jovi, quest’ultima in onore ad Eliana. Le parole di Melbourne sono “Doesn’t Matter” e “Swanton Street”
Della Nuova Zelanda non dimenticherò mai che esiste un posto dove le acque termali bollono a cento gradi in maniera naturale e i vulcani ti danno segno di vita continuo, si chiama Wai-O Tapu e si trova a Rotarua a circa 4 ore di macchina da Auckland. Nella capitale del Nord è nata la barca a vela ed abbiamo visto i Maori esibirsi per i turisti svendendo la loro dignità, il favoloso tramonto dalla Sky Tower e le risate in giro per la città tra Lina di Shangai e Danilo di Brescia, i paesaggi incredibile della campagne e la quantità di pecore più alta al mondo. La canzone della NZ è “I just want to make love to you” di Etta James.
Intanto sono passate altre due ore( scrivo a tratti) e siamo sopra Darwin, ovvero stiamo lasciando ora l’Australia, la visuale è fantastica, peccato che tutto l’aereo dorme e uno vicino a me è incredibilmente buffo, si è comprato quell’aggeggio per appoggiare il collo, solo che l’ha messo all’incontrario e quindi gli fa più peso che altro. Non posso e non devo pensare che mi aspettano oltre 20 ore di volo. Il pezzo per questo momento di depressione è “Stairway to Heaven” dei Led Zeppelin……..soprattutto il pezzo finale con l’assolo bestiale.
Di Hong Kong mi resteranno i 1200 grattacieli, l’umidità, i cinesi che mi hanno accompagnato fino all’hotel solo per parlare un po’ e quello che non mi ha risposto proprio, Soho, la baia, Lantau, Il grande Budda, la signora che nel bus ha parlato un dialetto piacevolmente sonoro, le luci di notte, l’hotel da sogno e i venditori di Rolex, l’Hk park e la pioggia continua. Il pezzo di HK non può che essere che “Secret Garden” di Bruce.
La colonna sonora del viaggio è stata “What can I do for you?” di Bob Dylan……….
Mancano “solo” 21 ore e già mi sono informato per il paracadute perché non posso farcela e vedo anche Stefania molto molto stanca, poco fa gli ho detto che quanto mancava e per poco non mi uccideva, incazzandosi di brutto, non voleva saperlo, ha già visto tre film ed uno perfino in lingua cinese con i sottotitoli giapponesi ed ha pure riso, ecco inizia la fase “fatimi scinniri subito”.
Per dovere di cronaca:
-Torno in Italia 8 kg in più , vuol dire che il cibo era buono e non si poteva rifiutare,
 -Abbiamo scattato tra cellulari e macchina fotografica 2400 foto,
-Abbiamo fatto due ore di filmino di varie cose,
- Abbiamo fatto tra entrata e uscita 13 Check-in e Check-out,
-Abbiamo attraversato 4 dogane, quella più severa Coolangata, Gold Coast,
- Abbiamo percorso qualcosa come 48.000 km in volo,
-Abbiamo cambiato 9 aerei e visto 8 aeroporti diversi,
-Abbiamo volato per un totale di 53 ore,
-Abbiamo conosciuto decine di persone che non conoscevamo, parlato con centinaia di abitanti dell’Est del mondo e conosciuto culture diverse,
- Abbiamo toccato 2 continenti e 5 Stati diversi,
-Siamo stati nel punto più lontano dall’Italia e più a Est…La Nuova Zelanda,
-Abbiamo visitato due tra le torri più alte del mondo, Lo Sky Tower di Auckland e il Q1 di Surfers Paradise,
-Abbiamo visto le balene in migrazione e i canguri e le iguana litigare
Volevo ringraziare per l’ultima volta i 3500 esauriti che con pazienza e molta volontà hanno letto questo blog fatto in maniera artigianale e per niente originale. L’unica cosa che vi assicuro che l’ho fatto con amore e ogni sera anche quando ero distrutto mi sono impegnato per scriverlo e condividere questa esperienza con voi. Mi scuso con tutti per gli errori  e i nomi sbagliati dei posti, l’ho sempre scritto di notte e stanco. Ai miei amici più stretti preannuncio che a fine settimana faremo la solita mega cena stavolta con foto, video e racconti inediti, ai colleghi di lavoro comunico che purtroppo devo rientrare obbligatoriamente, a quelli del fantacalcio di prepararsi al mio rientro niente sarà come prima, agli indiani del duomo che lanciano quelle frecce colorate annuncio che ritorno e che domani comprerò una cazzo di freccia per lanciarla in aria  in onore di questa terra lontana (qui ci sta “For Once in My Life” ), ai baristi di Milano di non disperare sono tornato, ai vicini annuncio che incominciano nuovamente il rumore e le cene, ai miei genitori e familiari che ci vedremo presto e che devono tornare in Australia perché ne vale sempre la pena, a Rosalinda di farsi sta cazzo di esperienza e non rompere le palle con l’Italia, a Stefania prometto che non la torturerò per trasferirmi e che voglio iniziare da subito una vita felice e senza stress perché lo merita tantissimo., perché quando mi arrabbio per cazzate e la tratto male mi spiace tantissimo, perché gli voglio un bene dell’anima che non so spiegare, forse proprio perché non si può spiegare, che è sempre il primo e l’ultimo pensiero della giornata e sempre sarà.
Infine questo Blog lo dedico a Nuccio Raudino, che non era solo mio suocero, ma un mio grande amico. Mi avrebbe telefonato fino in Australia per sapere come stavo e mi avrebbe detto di non fare sempre minkiate, perché se in una cosa ci assomigliavamo erano le cazzate, entrambi molto molto distratti. Lo dedico a lui perché quando sono sceso a vederlo l’ultima volta mi ha sorriso nonostante le sue disperate condizioni e i suoi ultimi giorni, consapevoli entrambi che era l’ultimo sorriso, glielo dedico perché mi manca tanto anche se non l’ho mai detto, lo dedico a lui perché sarebbe stato felice di vedere Stefania vicino a me e me vicino a Stefania e perché prima di morire mi ha detto di pensarci io. Non posso e non voglio dimenticare tutte le cose che ha fatto per me e per noi e quindi penso che l’esperienza più pazzesca della mia vita vada dedicata a lui.
Vi voglio a tutti un mondo di bene, non so se ogni tanto continuerò a scrivere in questo pazzo spazio sul web, casomai ve lo farò sapere tramite fb o twitter, in caso contrario ne parleremo al telefono, per strada, con Whats App e con qualunque altro mezzo, perché la cosa importante è discuterne il resto è tutta noia.
See you soon.

Fantastica Sydney



Sydney 29 sept 2013 ore 09.10. I pezzi di ieri sono stati “Just let the sun” di Skin , “Bohemian Rapsody” dei Queen e “Ogni Volta” di Vasco.

Una cosa che non puoi riciclare è il tempo perso, quindi noi in questa città ci siamo lanciati in una full immersion che mi ha lasciato alla fine di questa esperienza molto soddisfatto.  Sono in una camera di albergo, l’ultima notte in suolo australiano è andata e tra un’ora il taxi che mi porterà in aeroporto verrà a prendermi. Qui sono le 9 am,  in Italia l’una di notte. Partirò con la notte italiana e starò in volo e in aeroporto per 28 ore. Prima che tocchi suolo dovrà passare un’altra ulteriore notte italiana e lunedì alle 7.30 sarò a Malpensa. Questo è il penultimo pezzo dei questo viaggio, l’ultimo me lo riservo per scriverlo in aereo.
Voglio solo parlarvi di Sydney che è una città che merita tantissimo, Se potete venite.
Ieri ci siamo svegliati presto e dopo un Continental Breakfast siamo usciti convinti di dover fare tante cose, poiché le distanze e i luoghi da visitare non erano dalla nostra parte, erano troppi e tutti belli. Abbiamo fatto una selezione e abbiamo deciso di ascoltare il cuore, Bondi Beach e la zona portuale da vedere, battello da fare perché non esiste grande città di mare che non meriti un giro in battello per il tramonto.
 Circular Quay e Darling Harbour ci hanno riempito la mattinata, dopo la classica passeggiata sul ponte e tra le centinaia di chioschetti che vendono frutta e caffè ci siamo diretti verso il China Garden e la China Town. La zona è pieni di ristoranti e locali di artigianato cinese, ben curata, pulita ed organizzata. Mi è  piaciuta tanto. Più passava il tempo e più Stefania mi diceva “questa città è fantastica se proprio dovessi fare una pazzia sceglierei Sydney”. E’ vero, Sydney è molto molto bella e si respira un’aria di libertà e di felicità che difficilmente trovi in altre città del mondo.
Un bambino sui dieci anni ci ha deliziato per mezz’ora con una chitarra acustica, lasciando imbambolati cittadini e turisti, tutto ciò davanti al Queen Victoria Building, un immenso complesso vittoriano dell’aspetto molto molto gradevole.
Un festival Thai e il giorno della memoria cinese in Sydney ci hanno accompagnato il fine mattina. Alle due eravamo a prendere i biglietti per Bondi Beach, poiché non volevo ne potevo tornare a casa senza prima aver visto una delle spiagge più famose al mondo. Perfetto, è proprio come la descrivono, acqua chiara e onde alte tre metri, un paradiso per i surfisti di tutta l’Australia che vengono qui a sfidare la natura.  Un lungo spiaggia favoloso, pieno di vita e prati artificiali, i più disparati negozietti che vendono la qualunque e un clima caldo. Al ritorno da Bondi siamo andati al classico Hard Rock Cafè di Sydney e dopo un giro in zona abbiamo optato per andare a vedere Manly un sobborgo a nord di Sydney. Che ve lo dico a fare che la natura ci ha regalato un tramonto sul battello da perder il fiato e per mezz’ora abbiamo gustato la baia in maniera incredibile. Prima di arrivare siamo passati in un punto in cui la baia si incrocia con l’Oceano ed è spettacolare vedere il Faro di guardia vecchio di duecento anni posto al confine tra la città e l’immensa distesa d’acqua.
Dopo una tranquilla passeggiata in zona abbiamo cenato in un ristorante italiano, perché avevo troppa voglia di pasta. Non voglio dirvi quanto ho pagato.
Il ritorno nel battello è l’immagine più bella che mi porterò di Sydney, entrare nella baia con la città illuminata a più non posso e il ponte con l’Opera che si incrociano non sono descrivibili. Purtroppo non posso nemmeno farveli guardare poiché avevo tutto scarico ed ho preferito gustarmi il momento senza fiatare.
See you soon Sydney

venerdì 27 settembre 2013

Sydney in love

Sydney 27 sept 2013 ore 23.20. Il pezzo di oggi è “Redeption Song” di Bob Marley  e “Hoppipolla” dei Sigur Ros.

Stamani sono arrivato a Sydney con le lacrime agli occhi per aver lasciato il Gold Coast ma siccome sono Enzo Cimino dopo un ora sono riuscito a sentirmi cittadino di Sydney. Ok, non è vero, ancora ci penso costantemente e con Stefania in aereo abbiamo parlato del fatto che io non riesco a capire la differenza tra vacanza e trasferimento. Mi innamoro di tutto e ogni città che andiamo mi ci voglio trasferire, non posso che dargli ragione in questo ma quello che stavolta mi ha messo tristezza è stato lasciare la mia famiglia. L’Australia non è come gli altri posti e non lo sarà mai per me, non solo perché ha bellezze naturali uniche al mondo ma anche perché una consistente parte della mia famiglia vive qua giù.
Ora siccome so che tutte queste cazzo di cose romantiche vi rompono le palle parliamo di Sydney.
Appena atterrati siamo andati a prendere un taxi e siccome mi hanno fatto tutti spaventare con la storia che Sydney è la seconda città più cara al mondo dopo Tokio ho contrattato con tutti i taxi della zona e siamo riusciti ad arrivare in hotel con 40 dollari per 7 km e mezzo. Considerate che gli altri volevano tutti da 55 ai 70 dollari, menomale che in Australia usavano il tachimetro.
Appena arrivati ci ha accolti quello della reception e ha iniziato con le menate degli auguri per il matrimonio e la luna di miele e bla bla bla facendoci perdere mezz’ora per poi dirci che la stanza ce la poteva dare alle due. Dopo averlo congedato velocemente ed avergli lasciato le valigie siamo usciti alla ricerca del centro e ci siamo subito accorti di essere in centro. L’hotel è praticamente su Victoria Street, un vialone che ti porta al giardino botanico, alla baia e a tutti i negozi  o shopping center. La via è piena di localini notturni, pub inglesi, night e case da gioco, discoteche e l’immensa stazione di King Cross,  vi lascio immaginare i soggetti che incontri minutamente in questa città del mondo.  La mia prima impressione è stata di entusiasmo puro perché mi ha dato l’idea di un mix tra Londra Convent Garden e i navigli di Milano.  C’è perfino l’Hyde Park, certo in maniera ridotta rispetto a quello della capitale britannica ma molto bello e ben curato. La città è invasa da Ibis e da pappagalli enormi bianchi che fanno un verso quantomeno inquietante e piena di fontane e spazi verdi e ha tutte le razze del mondo racchiuse nei pochi km del centro, più che una città australiana sembra una grande città europea ed ha un fascino particolare. Non so come spiegare il concetto ma sono subito entrato in contatto con lo spirito della città ed ho capito che ne sarei rimasto ammagliato, sempre per il fatto che mi innamoro di tutto. Il numero di Italiani che ho incontrato e visto passare è incredibile, ed ho capito il motivo per il quale secondo la nostra concezione europea l’Australia è Sydney. Troppi emigrati vivono qui e il richiamo alle origini è fortissimo. Questa è una città fortemente trasgressiva e al passo con i tempi, è un miscela esplosiva tra enormi grattacieli e piccole case e alberghetti stile Victoria Station. MI piace Sydney, mi piace tantissimo e se non fosse che già mi sono innamorato di tutte le città che ho visto e perfino dei luoghi sperduti vi direi che mi ci trasferirei di corsa.
Abbiamo fatto due volte il giro delle due strade confinanti l’hotel e dopo qualche acquisto ci siamo diretti alla baia per vedere l’Opera House. William Street ci ha fatto vedere da lontano il Royal Botanic Garden e ci ha fatto arrivare direttamente a St Marys Cathedral, bellissima chiesa vittoriana posta accanto all’Hyde Park. Scendendo da St James road abbiamo visto il Parliament House e la Libreria di Stato, poi siamo arrivati in baia e subito ti trovi quello spettacolo dell’architettura dello scorso secolo che è l’Harbour Bridge. Qui è emozionante, a destra questo straordinario ponte illuminato sulla baia e a sinistra l’Opera House, tutto intorno il lungo mare pienissimo di locali pieni fino all’inverosimile. Dopo una buona mezz’ora di estasi a guardare questo spettacolo siamo saliti verso The Rocks, il più vecchio quartiere della più vecchia città d’Australia. Pieno di localini e di gente che ti invita a entrare per gustare il loro cibo, di negozietti di roba artigianali in cui abbiamo comprato due cappelli stile “noi e i cowboy nella lunga notte di Sydney” e di ristoranti di lusso che si affacciano sulla baia. Al ritorno ci siamo fermati in un fast food per una cena veloce e abbiamo beccato tre simpaticissimi italiani venuti qui in cerca di fortuna. Siamo proprio un popolo di viaggiatori e mi ha fatto molto ridere uno di loro che da buon siciliano appena il boss non gli ha dato quanto richiesto è andato in agenzia ed ha prenotato il primo volo per Sydney, Cazzo cosi si fa…..ti stimo fratello.
 Li seguirò su fb, poiché ci siamo scambiati i contatti. Con calma ci siamo riavviati verso l’hotel e abbiamo visto un altro piccolo quartiere stracolmo di giovani, il venerdì sera Sydney merita. Ora Stefania è crollata ed io sto per seguirla.
Buona notte amici miei e tra 3 giorni malgrado tutto torno alla base. Shit

Grazie Qld



Sui cieli d’Australia tra Gold Coast e Sydney, ore 10.05. Il pezzo di oggi è il silenzio tombale nel viaggio verso l’aeroporto.

Devo dire grazie, infinitamente grazie a chi in questi dieci straordinari ed indimenticabili giorni di Queensland mi ha ospitato, coccolato, fatto sentire a casa e fatto emozionare.
Questo pezzo di Australia è unico in quanto ha un clima perfetto, il clima subtropicale ideale per ogni persona,c’è un numero di grattacieli sulla spiaggia da far invidia a Miami e un’allegria nelle persone che ti mette armonia.
Non è coraggioso chi si trasferisce qui, bensì chi se ne torna.
Ho già detto nel post di ringraziamento dei miei parenti di Melbourne che senza la famiglia questo viaggio non sarebbe mai potuto essere così pazzesco. Lo devo e lo voglio ripetere in questo post, poiché quello che  hanno fatto per noi non potrò mai dimenticarlo.
Parto dal ricordare il favoloso Signor Vinci, padre di mia zia, che alla giovane età di 95 anni mi ha fatto ridere ogni sera con le sue barzellette e con le sue improvvise esclamazioni in sicilinglish. Grazie perché la prima mattina ha insistito per offrirmi la colazione al Surf Club, affacciati sull’oceano. Grazie per avermi raccontato stamani all’aeroporto che era disertore e che la guerra è una cazzata da non fare mai, grazie per aver giocato con noi per due ore a carte pure non conoscendo il gioco, per esserci stato anche quando era stanco e per avermi detto che Melbourne era piena di Fichi d’India e poi il governo australiano li ha fatti tagliare. Grazie soprattutto per avermi per forza voluto accompagnare in aeroporto e per avermi abbracciato e detto “spero solo di rivederti”. Grazie Mr Vinci
Grazie a mia zia Mary, o meglio Anna perché Mary Cimino non esiste per una che è nata Anna Vinci. Grazie per la tua dolcezza e per averci accolto come figli, per averci abbracciato e detto che questi giorni sono volati in fretta, per essere venuta con noi a condividere quella straordinaria esperienza delle Balene, per averci pagato tre giorni a Fraser Island e quindi avermi fatto conoscere un posto sconvolgente. Grazie zia per esserti emozionata ieri a tavola per un motivo che sappiamo solo noi, per ascoltare Jimi Hendrix e per avermi detto la prima sera a cena “mangi uguale a tuo zio, coltello in bocca e mani sulla tavola”.  Non ti conoscevo e mi è sembrato di conoscerti da una vita intera. Grazie di cuore perché ho visto che hai comprato il caffè italiano solo per me, perché ci hai ceduto la tua camera con il bagno appena ristrutturato. Grazie di cuore.
Grazie a Richard perché ho avuto finalmente l’opportunità di conoscerlo meglio. Per aver guidato ininterrottamente in questi dieci giorni, per aver cambiato i tuoi turni a lavoro e per aver assecondato ogni mio desiderio, per esserti svegliato alle quattro del mattino dopo che ti avevo fatto andare a letto all’una, per avermi portato a fare il bagno nell’oceano nonostante eri distrutto e per avermi detto nel bus che ci portava a Fraser “ I’m happy ”. Grazie per avermi aiutato a cercare inutilmente la sigaretta elettronica che finalmente ho perso, per avermi concesso i tuoi dvd vuoti senza farmi fiatare e per avermi sempre ripetuto “E’ la tua holiday, decidi tu dove andare”.
Grazie a Danio perché lui sa che oramai è mio fratello, perché abbiamo passato sei mesi a ridere continuamente, perché la parola più usata da noi è stata sempre “me ne fotto”, perché è arrivato in Italia sapendo solo dire “I’m Daniel” e se ne andato dicendomi “Mbare si sbagghiatu”, perché nonostante conosco il suo amore per il letto ogni mattina si è alzato il primo per portarmi in giro, perché ogni sera siamo stati gli ultimi a coricarci, abbiamo visto e rivisto il cielo e una notte mi ha detto “mbare noi siamo collegati quindi ogni 2 anni al massimo dobbiamo vederci”, perché ogni giorno ha preparato per me un itinerario insieme alla sua famiglia e perché mi fa ridere quando litighiamo per contenderci il ruolo di più “lagnoso” della famiglia. Perché mi ha detto che al massimo tra due anni viene e se si arrabbia anche prima, quando gli ho chiesto” e con il lavoro?” Mi ha semplicemente risposto “me ne fotto, mi licenzio”. Danio mi fai troppo ridere, mi mancheranno i caffè da Andrea e le notti in giro per la città.
Grazie a Mio Zio, poiché ne ho avvertito la presenza tramite le foto in camera e in giro per la casa, per averci fatto compagnia ogni giorno a tavola tramite quel favolo ritratto posto in cucina, grazie perché a lui avevo promesso che sarei venuto e quando ho deciso il viaggio di nozze non ho avuto dubbi, grazie perché per 20 anni TUTTI mi hanno sempre detto una sola ed unica frase “mi fai venire i brividi con tuo zio”, grazie perché gli ho lasciato un pezzo di me dove ora riposa e mi illudo che ne avverta la presenza.
Grazie al Queensland perché mi ha fatto vedere albe e tramonti da svenimento, perché Fraser Island merita il ruolo di capitale naturale del mondo e perché mi ha fatto fare surf, perché ho visto balene, canguri, serpenti, koala, uccelli tropicali, iguane e strani tacchini in giro per le città.  Grazie perché l’oceano è la cosa più bella che possa esistere e il rumore delle onde che partono dalla costa americana non le dimenticherò mai.
Grazie