domenica 15 settembre 2013

Auckland City



Auckland City 15 sept 21.40 ora locale. Il pezzo di ieri è quello che un artista di strada per un dollaro Nz mi ha cantano in Queen Street un pezzo country, quello di oggi “Somebody to Love” dei Queen.

Dieci minuti prima di atterrare ho già capito che la Nuova Zelanda è un paese con bellezze naturali unico al mondo. Dall’aereo ho visto una serie di promontori e laghi da brivido, punte innevate e mare di un colore azzurro strano. La Nuova Zelanda è il punto più a Levante della terra, ed io sono qui. Solo per questo ho già vinto. Molti di voi mi hanno scritto sollecitandomi le foto, a giorni ve ne inserisco a decina, ora non ho il tempo di niente e mi “suddia” scaricarle nel pc.
Abbiamo fatto un migliaio di foto e una cinquantina di video e prima della fine holiday vi carico qualcosa. Ne ho uno storico, due canguri che litigano, anche gli australiani mi hanno detto che è raro vederli, bellissimo.
Ad Auckland non sono arrivato nelle migliori condizioni possibili, ero stanco e un po’ malinconico, ovviamente nervoso perché mattina e avevo voglia di stare in silenzio senza ascoltare nessuno. 
Vi capita di odiare tutti i passeggeri della metrò o tutti quelli che parlano ad alta voce mentre fanno la fila alla posta? A me si, e per non sentirli vado da un’altra parte. Ecco questo era il mio spirito, avevo azzerato i paesaggi visti dall’aereo e l’entusiasmo per aver toccato la NZ.
Appena arrivati in hotel ho litigato con il testa di cazzo della reception che mi ha detto che non c’era il wifi free in stanza, ridicolo, ovviamente grazie ad un programma Crack, ideato dal mio amico hacker Nino, glielo sto rubando ad un vicino, almeno la prossima volta che vogliono gestire un hotel imparano le regole basilari. A fine vacanza andrò dal negoziante a cui sto rubando la linea e gli lascio 20 dollari. Scherzo, non lo farei mai ( dargli i soldi).
Devo dire che dopo questa serie di sfuriate e una serie di caffè sono tornato in forma e sono uscito. Allora in Oriente trovare un caffè decente è impossibile, non è questione di money, ne puoi spendere fino a 30 dollari, non lo trovi nemmeno sotto tortura. Hanno un’altra cultura.
Tra una cosa e l’altra siamo arrivati in hotel alle due e siamo usciti a pranzare. Dopo ci siamo fatti una doccia e ci siamo riposati in modo che alle cinque è iniziato il nostro mini tour. Abbiamo preferito fare qualcosa di soft come prima sera, ovvero le strade principali e la Baia.
Tutta la zona centrale di Auckland si snoda intorno a Queen Street che viene tagliata da Victoria Street. Qui è tutto un richiamo ai reali d’Inghilterra, anche se penso la popolazione neozelandese sia molto meno legata alla madrepatria rispetto agli australiani. In Australia c’è un mix di culture che non ti permette di individuarne una  primeggiante, mentre qui nella sola Auckland vivono 100.000 maori puri, il resto dei cittadini ha un richiamo alla cultura. Pensavo di trovarne molto meno, chiusi in riserve stile indiani d’America o aborigeni d’Australia. Qui la popolazione autoctona esiste e conserva in maniera forte il proprio carattere e le proprie radici. Appena atterrati ci ha accolto un mega arco che si richiama ai Maori,anche due poliziotti su quattro alla frontiera erano maori. Il controllo con i cani me l’ha fatto una poliziotta maori che se ci litigavo come minimo mi faceva girare un paio di ospedali di zona e il famoso “Welcome” me l’ha detto un maori.
Queen Street è un insieme di negozietti che vendono una serie di puttanate impressionanti, stile calamite, apri bottiglie e magliette con il Kiwi o con lo stemma degli All Black. Tutto qui si contraddistingue per tre cose, il Kiwi, questo specie di uccello che vive solo qui e per cui tutti i turisti vanno pazzi; La barca a vela, passione enorme dei neozelandesi, pensate che nella sola Auckland c’è una barca ogni 14 abitanti e una ogni 4 case;  gli All Black, la squadra di rugby più famosa al mondo, avete presente quelli che prima di ogni partita fanno la danza maori gridando a più non posso? Bene sono a casa loro, quindi meglio dire che è tutto bellissimo.
Ieri sera c’era la partita All Black – South Africa infatti la città era sotto sopra e tutti i pub, dico tutti, anche il McDonald trasmetteva la partita. Non potevi prenotare in nessun ristorante e per trovarne uno abbiamo camminato un bel po’. Alla fine siamo andati in una pizzeria americana, quella che fa le pizze grandi quando una tavola di surf e per dividerci una pizza abbiamo dovuto offrirla anche ai passanti. Sullo sfondo un’immagine pazzesca di New York ed ovviamente gli All Black in diretta. Nel tavolo di fronte avevamo un gruppo di ragazzi che ci osservavano e Stefania tanto per non fare figura di merda mi ha detto ad alta voce che uno di quelli sembrava Harry Potter, ovviamente che ve lo dico a fare che quello era di Brescia e per poco non avevamo amici in comune. Dopo sta bella figura di merda e un caloroso saluto con il bresciano venuto qui non si capisce per quale motivo siamo andati ad informarci per i biglietti per Rotorua, un posto pazzesco a quattro ore di pullman solo andata  e non abbiamo trovato niente. Stamani alla fine abbiamo trovato una compagnia che ci accompagna e abbiamo preso i biglietti, domattina alle sei andiamo a esplorare l’interno della New Zeland per una cifra pazzesca, ma tutti mi hanno detto devi andare, quindi ne varrà sicuramente la pena.

Dopo abbiamo fatto un giro in centro e abbiamo beccato una piazza stile non so, mai visto un mix cosi strano di palazzi, dalla statua Maori al grattacielo, dalla cattedrale anglicana al palco con i cantanti giapponesi. Alla fine ho scoperto essere una festa cinese con tanto di fiori di loto e fish e chips. Qui c’è un livello di confusione mentale, rispetto a ciò che noi intendiamo, fenomenale.

La gente esce normalmente con le infradito e la felpa pesante, perché piove a intervalli di 150 minuti per pochi istanti, poi sole stile “c’è troppu cauro” e poi vento costante. Non ho mai visto tanto vento insieme, o c’era il Festival del vento o la gente punta i ventilatori fuori. Veramente impressionante, d'altro canto non poteva essere la patria della barca a vela senza vento.
La notte il centro assomiglia molto a Dublino, ovvero trovi una buona quantità di gente che non può bere più alcool perché rischia il coma etilico e di senza tetto alla ricerca del tuo dollaro. Ho letto in una cartina che difficilmente succedono problemi con i turisti, in quanto in NZ è la prima forma di economia.
Stamattina ci siamo svegliati intorno alle otto, io alle quattro ed a intervalli di quindici minuti ho seguito nello smartphone Inter-Juve, poiché 25000 Km non possono cancellare il derby d’Italia. Se loro ieri impazzivano per gli All Black io pensavo a San Siro pieno e all’Inter di quest’anno. Speriamo che mister Mazzarri dia un carattere a questa squadra. Non ho avuto il tempo di gioire per il goal in quanto l’aggiornamento mi ha segnato direttamente 1-1. Il mio Samsung mi sta abbandonando e non ritengo giusto che lo faccia proprio ora e proprio qui. Se non riesco a sistemarlo in Queensland avrà l’onore di essere lanciato nel Pacifico senza mediazioni. Vedremo.
Stamani al mitico Starbuck coffea il bagno si apriva tramite codice e Stefania per capire il codice ha fatto una serie di viaggi da quello dei caffè. Poi ha avuto anche il coraggio di mandargli una conosciuta in bagno e tutte e due sono diventate amiche. Quando sono uscite dal bagno ho pensato che erano impazzite, ridevano come due pazze. Dopo mi ha presentato la sua amica e quando mi ha detto che era di Shanghai e si chiama Lina ho riso pure io. Ma dico io, come cazzo si può chiamare Lina una di Shanghai? O cambi città o cambi nome. Vi immaginate uno che vive a Tokio e si chiama Turi, o uno che vive a NYC e si chiama Sin Tin? Cambia nome……
Abbiamo visitato Albert Park a ovest dal centro e un college universitario in zona. Auckland è una città piena di zeppa di studenti. Oltre alla NZ racchiude tutti gli studenti delle isole Polinesiane e qualche esaurito che vuole vivere ai confini del mondo. Abbiamo pranzato in un buon fish e chips in periferia e abbiamo girato mezza Auckland a piedi. Abbiamo visto i quartieri del nord e il porto pieno di container in partenza per il mondo. Al ritorno siamo andati al Victoria Park e abbiamo visto il Market Victoria, ovvero un piccolissimo outlet con prodotti tipici neozelandesi. Stefania ha fatto bordello perché voleva le bancarelle e ci mancava poco che quello gli diceva “Bedda ca a fera nun na fanno, non si a Sarausa”.
Il mercato è in un quartiere ad ovest della città, molto particolare e senza grattacieli. Le case richiamano lo stile vittoriano ottocentesco e penso proprio che li vivano molti maori. Mentre tornavamo in centro abbiamo visitato la Sky Tower e siamo saliti a 281 metri. Fino a qualche anno fa era semplicemente la torre più alta dell’emisfero sud del mondo, ora non saprei. Salire effettivamente ti mette un po’ a disagio, in pochi secondi sei in cima al mondo. Tocchi veramente il cielo. Ci siamo soffermati per qualche oretta per vedere il tramonto e devo dire che ne è valsa la pena. Venire ad Auckland e non salire sulla Sky Tower è da dementi.
Poi siamo passati da un supermercato ed abbiamo acquistato acqua e pile per la macchina fotografica, poiché da buon Enzo Cimino ho dimenticato il carica batterie della macchina a Milano. Vado a cenare e da domani inizia questa avventura fuori dalla City.
Che gli All Black ci proteggano.

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