mercoledì 4 settembre 2013

Cina parte 2


HK 05 Sept 2013 ore 01.33 Il pezzo di oggi è "Brillant Disguise" di Bruce Springsteen

Stamani Morfeo ci ha abbandonato intorno alle otto ora locale e dopo una doccia siamo usciti. Pioggia e temperatura intorno ai 25 gradi, ma sapevo benissimo che settembre per i paesi subtropicali era il periodo più piovoso dell’anno e con un tasso di umidità da denuncia. Tra dieci  giorni arriva il rischio monsoni ma noi saremo già a 9200 Km più a Est, precisamente nel posto più ad Est del globo, la Nuova Zelanda.  Piove interrottamente da stamani con una brevissima pausa di qualche minuto intorno alle 17. Il cielo è carico di umidità e l’afa è sempre presente. Le nuvole vengono sovrastate dalle punte dei grattacieli e il traffico aereo sopra la città è incessante. La vita è continua, c’è un numero enorme di locali per cibarsi e una quantità industriale di electronic shop, vendono di tutto, dall’Iphone tarocco a quello originale, nello stesso negozio con un prezzo quasi simile. Qui Samsung la fa da padrona e gioca quasi in casa, la banca più vista è CityBank e Hsbc, in ogni angolo c’è un Eleven 11, un mix tra supermercato e beauty farm, I Rolex li vendono le centinaia di negozi a marchi di fabbrica, i falsari per strada e qualche centro commerciale. Hong Kong è una città dove trovi tutto, ma soprattutto è la città del falso, bisogna contrattare su tutto, oggi mi sono aggiudicato un adattatore per micro sd a 40 dollari (4,5 euro) quando la richiesta partiva da 100 dollari HK. La città è questa e bisogna adattarsi. Qui ho visto il maggior numero di negozi di alta classe al mondo, fiumi di persone che popolano negozi accessibili a pochissimi e che parcheggiano Lamborghini e la nostra Ferrari tranquillamente in strada. Anche di notte non hai nessun senso di smarrimento, troppe persone in giro, pochissimi europei ,non occorre turismo HK è la città con la più alta densità abitativa al mondo. Solo nei vicoletti di Soho vedi cinesi enormi piene di collane stile Droga Party che ti fanno venire in mente i film sulla mafia cinese. 

Abbiamo fatto tutti questi discorsi stamani davanti a due uova ed un toasti in un’ottima taverna Neozelandese, la Eastside Tavern di Mody Road. Ovviamente dimenticatevi i classici cornetti, non esistono nemmeno a pagarli a peso d’oro, al massimo trovi dei fac-simili con pancetta. Non siamo a Londra o Praga, qui la cultura è completamente diversa. L’influenza britannica è sempre meno, secondo me non esiste più, pochissime cose legano l’ex colonia alla madrepatria, forse il guidare a sinistra e Queen Victoria Road. Gli abitanti dell’isola hanno pochissimo da condividere con gli inglesi se non la lingue parlata meravigliosamente da tutti.  Oggi osservavo gli abitanti di Mui Wo, piccolo centro dell’isola di Lantau e mi sono accorto che tra loro non parlano mai l’inglese ma bensì il vecchio cantonese che li divide dal resto della Cina. L’inglese gli serve per connettersi con il resto del mondo ma non penso abbiano molto simpatia per i cugini londinesi. MI aspettavo una città piena di supporter sfegatati della regina, mi sono ritrovato una città che nemmeno sa dov’è l’Europa. Dopo un caffè americano diviso in due, poiché l’espresso qui lo trovi solo da Starbuck Coffea e al Mc Donald abbiamo deciso di pianificare un giro fuori dalla city ed andare a Lantau, isola ad un’ora di barca da HK. Mentre pianificavamo c’era un partita di rugby ed ho cercato di capirne qualcosa per non apparire troppo ignorante in materia. Sul volo Cathay Pacific ho trovato il canale Sport e ovviamente il mio cervello si è subito connesso con il Calcio. Bene, otto sport presenti mancava solo il nostro Calcio. Appena torno in Italia farò esposto alle autorità competenti. Clamoroso. L’unica cosa che mi ha fatto sentire a casa nel locale era la musica sottofondo dell’Oasis e un buon pezzo di Jazz sicuramente americano, un po’ di occidente non guasta mai.
Dopo aver comprato l’ombrello per 30$ (3.3 euro) abbiamo preso la prima metrò per Central in HK Island e ci siamo successivamente diretti alla Station HK Airport vicino l’imbarco dei battelli per Macao e Lantau.  In attesa sono entrato in un supermercato per fare un giro esplorativo e mi sono accorto che vendono il prosciutto di Parma a 200$ (22 euro circa) l’etto, il montepulciano a 50 euro la bottiglia, non ho trovato Nero D’Avola.
Dopo un’oretta di traversata con mare abbastanza mosso siamo arrivati e ci siamo diretti a fare un giro nella piccola città di Mui Wo in attesa del bus che ci avrebbe portati in cima all’isola a vedere Il Tian Tan Buddha ed il Po Lin Monastery. Quaranta minuti di salita su un bus fatiscente ti rende l’idea di come potrà essere veramente l’entroterra cinese. Le scritte in lingua inglese cominciano a scomparire ed anche la popolazione sta sulle sue. Per loro noi siamo o turisti rompicoglioni che vengono a vedere il Buddha per raccontarlo ad altri o teste di cazzo che vogliamo imporre loro qualcosa. L’approccio è difficile e ancor di più la comunicazione. HK dista appena un’ora ma sembra un secolo. I paesaggi sono di quelli che ti restano impressi fino a che morte non ci separi, baia e colline verdi e fitte, nuvole e visione dell’infinito. I grattacieli di Lantua sono altri al massimo 2 piani ed ogni casa è singola, non esistono condomini o appartamenti normali. Ogni 10 Km c’è una rotonda che segna i paesi che si possono raggiungere, sono veramente pochissimi. Il più grande avrà 1000 abitanti. Arrivati in cima ti accorgi che la grande HK ha ad un’ora scarsa di battello un centro di meditazione religiosa incredibile. 

L’ingresso al tempio è maestoso, colonne stile vecchia muraglia lo circondano e mille volti di Buddha lo adornano, l’Happy Buddha, il Buddha meditativo, quello arrabbiato e perfino quello scherzoso. Quando alzo gli occhi vedo il Grande Buddha in cima ad una montagna di scalini. Sono ben 26 metri di bronzo, è molto suggestivo e soprattutto pieno di monaci e seguaci in tunica grigia, arancio o nera. Non saprei distinguere il ruolo o grado nella gerarchia ecclesiastica Buddista. Il grande Buddha resta circondato da un variopinto paesaggio di mille colori, ma soprattutto dal verde fittissimo dei boschi sottostanti. Acquisto l’ingresso all’interno del museo che si trova dentro la statua e faccio un giro tra l’odore di incenso e mille facce che mi guardano stranito. La sigaretta elettronica in questa parte del mondo è uno shock non facile da superare. Nel tempio non si può entrare in queste condizioni, quindi la metto via, poco dopo mi accorgo che mi guardano per l’Mp3, comincio a pensare che forse è meglio che aspetto fuori, qui sono troppo religiosi per me, lascio dentro Stefania che comincia a fotografare tutte le facce dei miracolati dai vari Buddha e li scambia per morti. Ovviamente non si poteva fotografare.  Usciamo in punta di piedi per non fare altro danno e ci dirigiamo verso il Tempio. All’interno c’è una funzione e ci buttano fuori in meno di 5 secondi, sono solo io con gli occhi non a mandorla, meglio che mi sto zitto perché qualche Bruce Lee mi manda Ko. Aspetto che finisca e poi un monaco che pregava ad alta voce, tipo “Because” dei Beatles quando fanno il coro a cappella, mi fa cenno che se voglio ora posso entrare ma non devo fotografare. Ovviamente accendo la videocamera ma la lascio bassa e non si accorgono o fanno finta di non accorgersi. Vado al ristorante vegetariano annesso al tempio e con 30$(insieme all’ingresso al museo) mangiamo tre pietanze. Tutto buonissimo. Siamo circondati da pagode ovunque e la visuale è sconvolgente. A 950 metri d’altezza penso che qui sia un posto meraviglioso per rilassarsi e che ne è valsa la pena venir fin qua su a vedere il Grande Buddha. Il canto degli uccelli e zanzare mostruose ci fanno osservare la natura con un altro occhio, qui è veramente la sua casa. Cambio i soldi per fare i biglietti e riprendiamo il bus direzione Stazione Battelli. Attenzione il biglietto costa 34 $ se ne metti 40 $ li hai perso inutile stare li a lamentarti come ho fatto io stamattina, offerta al Buddha. All’uscita tre monaci con veste nera bruciavano all’interno di una pagoda degli oggetti non identificati ma colorati, un rito per liberare qualche anima.  Al ritorno ho pensato molto a Sette anni in Tibet, film e libro spettacolare, questi posti sono identici. Abbiamo fatto amicizia con un cinese di Lantau che era stato in Italia a Roma, Firenze, Venezia e Bolzano, un brav’uomo sulla sessantina che ci ha svegliati alla fine della corsa altrimenti avremmo dormito per altre tre corse. Il ritorno è stato un po’ movimentato per via del mare agitato ma l’arrivo a Hk con le sue mille luci ha fatto si che dimenticassimo subito tutto. Di corsa ci siamo diretti verso la China Bank Tower ma era in fase di chiusura e non ci hanno fatto salire nemmeno sotto pagamento di una buona tangente, 50 $ sono per noi 5,2 euro. Niente da fare. Siamo tornati in Hotel molto soddisfatti e dopo una doccia siamo usciti per cercare una Wash Machine Self Service, ovvero una cazzo di lavanderia automatica. Ebbene HK ne è sprovvista, per me una tragedia di dimensioni immani. Io voglio una lavanderia in ogni posto che vado, poi non la userò mai ma la devo vedere. L’Hotel non fa servizio, o quantomeno lo fa ma non mi dice il prezzo, gli sembrava che ero nato a Lantau, quindi niente da fare. Domani mattina vado in una tradizionale.  Abbiamo cercato un Mc Donald come tradizione vuole, occorre almeno una sera avvelenarsi altrimenti non c’è gusto. Siamo entrati e i menu erano in cinese. Abbiamo parlato come i sordomuti e siamo arrivati al compromesso che io volevo un menu come era era e Stefania quello con il pollo. Il mio era un panino Kebab che fanno solo in Cina. Ottimo, la gastrite era felicissima mi mancava per completare una bella grappa ma se non ci siamo capiti per il menù pensa se ci capivamo per la grappa.  La pioggia ci ha costretto ad un giro veloce e per le 23.30 eravamo a casa. Dieci persone oggi mi hanno detto che sono spagnolo e questa cosa mi fa incazzare parecchio, quando gli dico che sono italiano iniziano subito con i discorsi sulla moda e sul  fashion. Ho comprato una grande statua del grande Buddha e siccome ora sono stanco e comincio a scrivere sconnesso vado a letto. Hong Kong è semplicemente Oltre.
N.B. Non chiedete mai l’acqua ad HK, non si paga e ti guardano troppo male, meglio ubriacarsi di buon vino.

2 commenti:

  1. Il nero d' Avola se permettete ve lo offriamo noi quando avremo il piacere di avervi a casa nostra .... !!!!e state certi che sarà quello originale !! È Davvero un piacere leggere il vostro bel diario ! 3 baci! Giusy Gary Gianmarco !!!

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  2. Quando scendo in sicilia con piacere.....

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